Spesso i CEO e i Manager italiani sono in cerca di risposte a domande vitali per il futuro delle loro aziende:
- come fare strategia aziendale in una società così veloce?
- come motivare e coinvolgere i collaboratori?
- investire nelle risorse umane interne o affidarsi a consulenti esterni?
- come trasformare il prodotto (o servizio)?
- come fare di più e meglio in meno tempo?
- Quanto delegare e quanto dirigere?
Sembrano domande senza risposte definitive o standard, anche perché spesso si pensa – con delle ragioni fondate – che se qualcosa funziona per altri non funziona qui e ora, il NIMB effect (not in mybackyard, non nel mio cortile); qualcosa che sfocia nella classica frase: “ma qui è diverso”.
Quindi molti si muovono a casaccio, preda di improvvisazione, fascinazione o proposte a cui si è continuamente soggetti.
Eppure esiste un percorso che rende tutto il processo di miglioramento aziendale più fluido ed efficace, si chiama Coaching. Ah, sì, ne ho sentito parlare…sono quei personaggi dall’ego fortissimo che radunano migliaia di persone in un palazzetto e li fanno saltare, urlare, ballare…Ehm… NO!!! Quelli, sono Motivatori – e ce ne sono di bravissimi, ma il Coaching Aziendale è il turbo dello sviluppo aziendale!
Cos’è il Coaching Aziendale?
è un processo di sviluppo del potenziale guidato da un Coach – ovvero da un esperto in neuroplasticità autodiretta – . Il Coaching aziendale, quindi, come processo che porta dalla situazione attuale al raggiungimento di risultati concreti e impegnativi in tempi rapidi. Il Business Coach è un esperto (con certificazioni internazionali e risultati dimostrabili) capace di stimolare nei suoi clienti (Coachee) il volontario cambiamento di pensiero e dei comportamenti (appunto quella che viene definita dalle neuroscienze la neuroplasticità).
Belle parole, ma in concreto?
In concreto e molto pragmaticamente il Coaching si sviluppa in 4 fasi che si ripetono in modo ciclico disegnando una spirale di crescita, il GROW Model.
Prima di tutto si sceglie il Coach; preferibilmente considerando le sue certificazioni, la sua esperienza, la sua struttura operativa e i valori dichiarati, ma anche se ci va a genio, se ci piace il suo modo di porsi, se è in gamba.
Poi si chiede una sessione preliminare (l’INTAKE) di conoscenza reciproca e presentazione di un programma.
Se l’Intake ha successo si lavora poi su degli obiettivi – qualora non fossero “ben formati” si lavorerà anche su una definizione più specifica e performante degli obiettivi. E siamo entrati nella fase 1 GOAL (Obiettivi).
Quindi si lavorerà su una analisi puntuale e approfondita della realtà attuale; compresi gli importantissimi “patterns” (schemi di comportamento, processo e convinzioni) che emergeranno grazie a vari strumenti di assesment: interviste, questionari, affiancamenti, ruota della Vita e ruota del lavoro, il Business Model Canvas, e altri. La fase 2 REALITY
Si entrerà poi nella fase 3 OPTIONS, a questo punto si lavorerà tanto sulle idee, il brainstorming, il sogno, la creatività, modellare casi di successo, condividere con il Team e alcuni Clienti le esperienze. Inoltre si analizzeranno i BIG Data e la USX (User Experience – ovvero l’esperienza di utilizzo del prodotto /servizio da parte dei clienti).
E a conclusione di un primo ciclo si percorrerà la fase 4 WAY FORWARD (PERCORSO FUTURO), cioè essenzialmente i Piani di Azione e i Criteri di Feedback; cioè tradurre in azioni concrete il lavoro precedente e stabilire dei criteri che permettano di comprendere velocemente se, come e quanto ciò che facciamo funziona.
Grazie al Coaching le persone e l’azienda in toto, si muoveranno rapidi, efficaci e determinati. Soprattutto l’azienda diventerà sempre più un sistema capace di apprendere e innovare; tra l’altro in un ambiente piacevole, divertente e dinamico.
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